Chi sono

C’è un Fil Rouge che lega tutta la produzione di Loredana Mor ed è l’amore per la NATURA che è sempre stata la fonte di ispirazione fin dalle prime opere. Parte da essa per esprimere la sua intima ricerca di un mondo semplice , di calde certezze che a stento si intravvedono nella frenesia dei nostri tempi .Tutto questo tuttavia viene rappresentato senza compiacimento nostalgico ; le sue opere piuttosto diventano suggestioni, suggerimenti di cura, di attenzione per le piccole cose che ci interrogano su cosa davvero serve per essere profondamente in armonia con la NATURA e quindi, raggiungere quella fettina di felicità alla portata di ognuno di noi.

Predilige la tecnica ad olio che fin da ragazzina riesce a sperimentare seguendo talvolta il pittore bresciano Ginetto Martini mentre “en plein air “ ritrae scorci del bosco o angoli rustici. Porterà sempre nel cuore il piacere di questa esperienza che tuttavia sospende per terminare gli studi e i suoi progetti di vita. È in questa fase che matura una lunga nuova esperienza di ceramista che contribuirà a forgiare e a caratterizzare la sua tecnica espressiva e la sua creatività.


Accompagnerà così la crescita della famiglia quindi, in epoca più recente, riprende con grande trepidazione a dipingere quasi esclusivamente a olio. E’ questa tecnica infatti che le consente di esprimere meglio l’intima forza della sua personalità che nella resa su ceramica si affievoliva e di tradurre la luce nei bagliori cromatici più aderenti al suo temperamento. Ha fatto parte di un gruppo di artisti bresciani che si riconoscono nell’associazione “Martino Dolci”. Per un lungo periodo ha partecipato a varie mostre personali e collettive con riconoscimenti e premiazioni.


Peonie, primavera in casa

Collezione privata


Colori della Grecia: penisola Calcidica

Collezione privata


Antico tepore

Collezione privata

Attesa

Collezione privata

Sempre in cerca di sperimentazione a partire dal 2017 ha mosso una incursione nell´”acrilico” realizzando tele per lo più con visi femminili stilizzati e altri soggetti (tra cui alcune scene della Mille Miglia con auto d’epoca ambientate in città ) impiegando pigmenti flou , poi restituiti con processi di stampa su grandi pannelli in alluminio ad effetto retroilluminato di grande impatto.


IL PROGETTO

IL GIARDINO DEI SEMPLICI

Senza mai abbandonare il piacere della tecnica ad olio, nell’ultimo periodo Loredana Mor ha esplorato un’altra frontiera e cioè la tintura diretta di vegetali su stoffa “vintage”. Si affiancano agli effetti di ECOPRINTING, libertà espressive personali che integrano le opere, rendendole uniche e consentendo di recuperare nel contempo tessuti dismessi che hanno ottenuto così una nuova vita. Le opere inserite in questo progetto sono quindi una SINTESI delle tecniche che ha sviluppato negli anni e ora vengono fissate in oggetti di uso quotidiano .

In punta di piedi l’arte entra nei gesti quotidiani al servizio della bellezza.

E’ una esperienza artistica interessante e totalizzante dove l’artista interviene a cavalcare gli esiti di un processo che per molti segmenti sembra dotato di uno spirito proprio e di tempi propri, dove la NATURA propone e l’artista accoglie i suggerimenti e li trasforma.

Si tratta di un percorso dove ci si immerge fisicamente nel bosco o nei prati per la raccolta delle essenze, cortecce, semi, bacche, nel rispetto dei tempi al mutare delle stagioni. Occorre conoscere prima i processi di mordenzatura a partire dalle soluzioni di acqua e minerali , poi i processi di lavaggio e di bollitura, mantenendosi sospesi nell’attesa che la NATURA offra la sua combinazione.

Il nome IL GIARDINO DEI SEMPLICI deriva dalla tradizione fin dal Medioevo di destinare una parte del chiostro monastico alla coltivazione delle piante medicinali appunto chiamate “i semplici" in quanto semplicemente “ e direttamente si raccoglievano per preparare decotti al tempo miracolosi e medicamenti senza aggiunta di altre sostanze

Il primo orto botanico del mondo occidentale sorse a Salerno, ad opera di Matteo Silvatico, insigne medico della Scuola salernitana tra il tredicesimo ed il quattordicesimo secolo. Egli si distinse come profondo conoscitore di piante per la produzione di medicamenti.